Il permesso di costruire in sanatoria porta all’estinzione di alcuni abusi edilizi ma non tutti, una sentenza della Cassazione spiega gli effetti del condono
Il permesso di costruire rilasciato in sanatoria spiegato dalla Corte di Cassazione. Quali sono gli abusi edilizi commessi in materia di violazione delle norme antisismiche ed urbanistiche. Con la sentenza 19221/2019 arrivano molti chiarimenti.
Il caso preso in esame dalla Corte di Cassazione riguardava il ricorso presentato da una proprietaria di un immobile che, dopo aver commesso degli abusi edilizi, aveva ottenuto il permesso di costruire in sanatoria. Come riporta Edilportale, il Comune aveva comunque deciso di condannare la ricorrente al pagamento di una multa.
Secondo la proprietaria, responsabile dell’intervento, al momento del rilascio del permesso di costruire in sanatoria era stata accertata la doppia conformità urbanistica. Di conseguenza, per la proprietaria tanto bastava a dover considerare estinti tutti i reati e le violazioni commesse.
I giudici, tuttavia, erano di tutt’altro parere. Secondo la Corte di Cassazione, infatti, effettuando l’intervento in discussione la proprietaria aveva commesso alcuni violazioni sia di norme edilizie ed urbanistiche sia di alcune norme per la sicurezza antisismica.
Il permesso di costruire in sanatoria, ha affermato la Corte di Cassazione sulla base di una serie di analoghe pronunce, comporta l’estinzione dei reati previsti dalle norme urbanistiche, ma non quelli previsti dalla normativa antisismica e sulle opere di conglomerato cementizio.
Il permesso di costruire in sanatoria aveva estinto esclusivamente i reati edilizi, ma non quelli derivanti dalla mancata applicazione della normativa antisismica, la Corte di Cassazione ha dunque respinto il ricorso della proprietaria.